Contributo alla Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero 2008
I
cambiamenti avvenuti in Italia sono molto importanti: la borghesia è
riuscita a dotarsi di un governo forte. Governo dotato di maggioranza
solida e ben più omogenea che la precedente e, novità assoluta, con
l'estromissione dei residui di sinistra riformista-revisionista dal
parlamento, la riduzione della rappresentanza ai due grandi partiti
borghesi, di destra e di centro. In effetti, questo "terremoto"
è ancor più comprensibile nella strategia collaborativa che i due
grandi partiti hanno proclamato ed avviato: oggi in Italia la
borghesia è riuscita a dotarsi di un governo forte e di un
parlamento di semplice supporto!
Non
siamo certo noi a piangere su questa semplificazione istituzionale
che, al contrario, può rendere più facilmente riconoscibile la
natura di classe delle istituzioni, dello Stato. Che può permettere,
più facilmente, di liberare i movimenti di massa dall'eterna
illusione sull'alternanza governativa. L'estromissione della sinistra
riformista - revisionista, in questo senso è molto positiva:
drasticamente ridimensionata, prima che nei voti (1 milione sui 3
precedenti!), dal discredito accumulato nel suo immondo
doppiogiochismo, concludente sempre in capitolazione e subordinazione
alla politica antiproletaria ed imperialista del governo Prodi.
Difficile sarà ora svolgere il suo ruolo di recupero e sabotaggio,
dall'interno dei movimenti di massa. Perché questi, in crescita in
da tempo, si stanno pure radicalizzando in contenuti e forme di
lotta.
D’altronde
lo scenario che si prospetta sta ancora evolvendo e, dalla sua
entrata in carica, il governo insieme a Confindustria hanno dato
chiaramente la direzione: attacco su tutti i fronti contro il
proletariato e, all’esterno, contro i popoli oppressi. Obiettivo
immutato: aumentare il tasso di sfruttamento, aumentare i profitti,
conquistare posizioni nella competizione mondiale.
Uno
dei primi provvedimenti è così il salto di qualità repressivo
rispetto ad una lotta popolare in corso da lungo tempo. La lotta
delle popolazioni della Campania contro il saccheggio capitalistico
del territorio (perché questa è la sostanza e la causa della crisi
dei rifiuti), verrà affrontata con la militarizzazione, con la
minaccia aperta di incarcerazione e pesanti condanne per chi si
oppone! Mentre, sul fronte della guerra imperialista, l’ora è alla
“revisione delle regole di ingaggio” cioè all’aumento della
partecipazione alle operazioni militari dirette da parte delle truppe
italiane. Per non parlare dei tanti altri piani di collaborazione con
il padrone USA, già avanzati con il precedente governo ed ora
destinati ad ulteriore accelerazione: in particolare lo sviluppo
dello “scudo stellare”, ed i preparativi di aggressione all’Iran
(nuova tappa della neo-colonizzazione del”Grande Medio Oriente” e
di dominio delle rotte del petrolio).
Questo
breve e sintetico quadro per dire che il caso italiano conferma
drammaticamente le previsioni: l’aggravamento della spirale di
crisi capitalistica (di cui il crack finanziario-immobiliare è la
punta dell’ice-berg) non poteva che spingere alla recrudescenza
della guerra interna e della guerra esterna!
Infatti:
- Analoga
tendenza è in atto nei paesi europei, in particolare nei due “motori
dell’UE”: Francia e Germania. In quest’ultima si assiste al
tentativo di contenere la rinascita del movimento rivoluzionario, con
strategia e mezzi simili alla controrivoluzione italiana. Strumento
principe nei sono i reati associativi. Come qui imperversa l’uso
dell’articolo 270 (codice fascista), così in Germania è il
bismarkiano articolo 129 (ideato per la repressione anti-marxista);
e, come qui si colpiscono principalmente i tentativi di dare
concretezza al processo rivoluzionario ed al suo strumento
fondamentale – cioè il Partito Comunista armato del proletariato –
così in Germania vengono colpiti i nuclei militanti che
concretamente si pongono, quanto meno, nella prospettiva
rivoluzionaria (processo “Militant Grupp”).
- L’escalation
militarista ed oppressiva che, in Euskal Herria, il Movimento di
Librazione Basco affronta coraggiosamente e ad un grande livello
politico-militare. E in fronte unito con il PCEr e la Resistenza
antifascista (tra cui i Grapo), nella Spagna intera.
- L’escalation
similare in Turchia e Kurdistan, rispetto alla forte Resistenza delle
forze rivoluzionarie, indipendentiste e comuniste; per altro come
aspetto del più generale scontro attorno ai suddetti piani
imperialisti di “Grande Medio Oriente”.
- In
America Latina l’imperialismo Usa, rabbioso per la relativa perdita
di controllo, moltiplica aggressioni, provocazioni, manovre. Tra cui
le più pesanti mirano a liquidare le potenti guerriglie in Colombia
e Perù, ad impedire l’approfondimento del processo rivoluzionario,
la sua estensione ad altri paesi.
Ci
fermiamo a queste realtà, che sono numerose in tutto il
Tricontinente. Come già dicemmo anni fa, la questione da comprendere
a da tradurre nella prassi è che l’irresolubilità della crisi
capitalistica, generale e storica, alimenta irreversibilmente i
caratteri autoritari e militaristi dell’imperialismo e la tendenza
alla guerra inter-imperialista. E che, l’ungi dal rifugiarsi in
lamentele garantiste e di invocazioni alla democrazia e al diritto
violati (che politicamente fanno il paio con tattiche opportuniste e
neo-revisioniste), bisogna affrontare lo scontro per quello che è.
Anzi, farne occasione per imparare a lottare e combattere, terreno di
crescita del movimento di classe verso l’unica prospettiva
concreta: la lotta di potere, per il rovesciamento del sistema.
Questa maturazione, questo processo rivoluzionario si danno
trasversalmente su più piani. Evidentemente sono diverse le
esperienze di organizzazione territoriale o di fabbrica, ed ancor più
i percorsi di Organizzazione rivoluzionaria tendenti al Partito, ma
oggi si intravedono preziose possibilità di muoversi tutti insieme,
parallelamente. Per esempio, nella lotta contro la repressione ed in
sostegno ai prigionieri/e politici/e. perché, più di ieri si
comprende che, al di là delle loro posizioni politiche, attraverso
essi/e si gioca quello che è interesse generale di classe e del
movimento di classe rivoluzionario nel suo insieme. Perché, più di
ieri si comprende che le forme avanzate di repressione –
isolamento, la carcerazione speciale: 41 bis in Italia, Fies in
Spagna, Tipo F in Turchia, ecc – tendono a quella militarizzazione
della lotta di classe; sono vere e proprie armi puntate contro il
movimento rivoluzionario. All’avanguardia di questa internazionale
del terrore chi altri se non gli Usa? È chiaro che Guantanamo, Abou
Ghraib, le prigioni segrete, sono l’orrenda punta di lancia della
macchina terroristica dell’imperialismo. Che esse informano e
conformano l’arsenale di tutti gli altri Stati imperialisti, a
gradi diversi però. Non bisogna fare un indistinto amalgama
demagogico tra livelli ben diversi di repressione e/o annientamento;
mentre è vero che il filo che li attraversa e li unisce è lo
stesso: il filo nero dell’oppressione del proletariato e dei
popoli.
Perciò
la lotta intorno al carcere, ai prigionieri/e, ed il fronte unito dei
mov. di classe contro la tendenza alla militarizzazione è, oggi più
che mai, trasversale, necessario, e terreno su cui costruire una
nuova e più avanzata unità.
CONTRO
LE PRIGIONI DELL’IMPERIALISMO!
CONTRO
L’IMPERIALISMO PRIGIONE DEI POPOLI!
AFFRONTARE
LA REPRESSIONE, PREPARANDO LA RIVOLUZIONE!
- 19
giugno 2008 – Militanti Comunisti imputati al processo PCP – M di
Milano.
Al
momento di spedire questo intervento veniamo informati del grave
attacco contro alcuni compagni/e belgi/e, fra cui alcuni/e
impegnati/e nel Soccorso Rosso da anni. Esprimiamo loro tutta la
nostra solidarietà e fraternità! Viva l’unità internazionalista
proletaria – uniti si vince!
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