Sulla nostra situazione

Sulla nostra situazione

Sulla nostra situazione

A distanza di due mesi dall'impostazione della censura sulla nostra corrispondenza, ne possiamo rilevare il carattere fortemente vessatorio e politico. Nei fatti si tratta piuttosto di un provvedimento di blocco-sequestro: tutto ciò che attiene al dibattito politico e segnatamente, lettere e documentazione in francese, inglese, spagnolo. Addirittura motivando tale sopruso con la mancanza di personale adeguato – e questo in sede ministeriale centrale – DAP – ciò che ha dell'incredibile per uno Stato europeo a pretese universali. Nel caso nostro tale aspetto è grave poiché, uno di noi avendo vissuto e militato anche nella dimensione dell'esilio e della clandestinità in Europa, e avendovi quindi sviluppato rapporti politici e personali, una parte considerevole della corrispondenza è appunto in queste lingue – peraltro il sequestro cadendo pure sulle lettere puramente affettive.
È chiaro insomma il carattere di rappresaglia e tentativo di silenziamento di questo provvedimento.
Evidentemente abbiamo toccato nel vivo delle contraddizioni, e con un metodo, un tipo d’interventi giudicati pericolosi dal potere. Questo, almeno, ce ne conferma l'interesse e la correttezza d'impostazione.
Perché da anni emerge la necessità di affrontare e superare la stagnazione e l'impotenza diffusesi nel movimento di classe, e sopratutto nelle cerchie militanti, spesso chiuse nella logica di piccolo gruppo e autoreferenziale. Si tratta invece di rimettersi in gioco, ponendo in discussione le varie dimensioni – politiche, ideologiche, organizzative – lavorando ad una nuova dinamica e sintesi, adeguate alla drammatica fase storica in corso.
Perciò riteniamo importante la vivacità di rapporti, con fronte e dibattito; nelle varie articolazioni e sedi del movimento di classe. E facciamo appello alla circolazione dei nostri testi, e degli altri provenienti dalla resistenza in carcere, come unica risposta adeguata alle misure repressive.
Sia perché non crediamo nel contenzioso legale con "lor signori“, e sia perché è salutare per il movimento comprendere nel proprio dibattito anche quelle posizioni che oggi possono sembrare lontane e di difficile concretizzazione ma che sono il portato (e portatrice a loro volta) delle fasi alte dello scontro di classe; fasi in cui la prospettiva della trasformazione radicale era, e di nuovo può diventare, realtà!
Sopratutto oggi, in questo scenario di profonda crisi sistematica e di futuro, che domanda un deciso salto di qualità nella resistenza e, ancor più, nello sforzo di elaborazione pratica di una progettualità rivoluzionaria.
A questa vogliamo contribuire e perciò riaffermiamo la determinazione a rispondere a quest'ennesimo atto repressivo, consolidando e sviluppando proprio ciò che il potere vuole ostacolare: la comunicazione e il dibattito fra le realtà di classe, militanti prigionieri compresi.


SISI Vincenzo
DAVANZO Alfredo                                                novembre 2013
Militanti per il PCP-M
 carcere di Siano (CZ)